Silvio, it’s Time to Go

12 ottobre 2009

TUTTA – ma proprio TUTTA – la stampa internazionale chiede le dimissioni del Bananiero Capo. Questo il titolo di Newsweek:

Silvio, it’s Time to Go

Italy can no longer afford the antics of its playboy in chief.

Berlusconi

A chiedere le dimissioni del Bananiero Capo ora manca solo il Partito Democratico, troppo occupato a farsi la guerra all’interno della sua patetica classe dirigente. L’unica speranza che ci resta è Ignazio Marino, che oggi – a proposito dei dirigenti del PD – ha detto quello che tutti pensano:

“Questi dirigenti saranno spazzati via dalla storia perché il mondo è cambiato, non è più quello del secolo passato. E credo quindi che sarebbe molto più utile che tutti se ne facessero una ragione e cercassero di favorire il nuovo”

Il 25 ottobre ci sono le primarie del PD, a cui possono partecipare tutti i cittadini italiani. Andiamo tutti a votare per cacciare questa casta “pelandrona e inconcludente”, come l’ha chiamata Giorgio Bocca. Il 25 ottobre votiamo tutti Ignazio Marino.

AGGIORNAMENTO – MARTEDI’ 13 OTTOBRE 2009: Oggi il Washington Post dedica all’Italia e agli italiani un commento impietoso; dopo aver passato a rassegna alcuni dei caratteri salienti del governo e dell’uomo Silvio Berlusconi, l’editorialista si chiede perche’ gli italiani continuano a votarlo. L’umiliazione per noi italiani che viviamo all’estero non è mai stata cosi’ dolorosa, consapevoli di essere cittadini di una Repubblica delle Banane, ormai completamente screditata in tutto il mondo. Il lavoro per riguadagnare un minimo di credibilità e per far tacere quelle rumorose risate di scherno sarà lungo e faticoso, e non potra’ iniziare fintantoche’ il Bananiero Capo restera’ alla guida del governo del paese.

P.S. Su REPUBBLICA trovate un interessante articolo di ENRICO FRANCESCHINI sulla stampa estera dove si da ampia notizia delle prossime mosse del Bananiero Capo a guida della Repubblica delle Banane: una campagna di propaganda sui media stranieri. La cosa “divertente” è che su certe cose le democrazie liberali non ci ridono affatto.

LEGGI ANCHE:

Il Bananiero Capo, la paralisi del PD e il Nobel per la Pace a Obama

Emma Marcegaglia e “l’immensa vigliaccheria e l’opportunismo della borghesia italiana”


L’imperatore è nudo (ma la “libera stampa” continua a parlarsi addosso)

12 ottobre 2009

emperor

Pierluigi Bersani sta riscuotendo un grandissimo successo: la Lega, Comunione e Liberazione, Cossiga, il Foglio di Giuliano Ferrara tifano tutti per lui. Per fortuna che Massimo c’è! D’Alema, il Grande Elettore di Bersani, si ricorda degli studi giovanili:

Franceschini si dice convinto che alle primarie ribalterà il responso dei circoli?
L’unico rischio che corre Bersani è che alle primarie voti un campione non rappresentativo del nostro elettorato. Altrimenti l’esito è chiaro. (…)

Ma se invece Franceschini dovesse farcela? Cosa racconterete agli iscritti che vedranno sconfessata la loro scelta?
Sarebbe uno scenario paradossale. Le regole sono queste. Certamente i dirigenti le rispetteranno. Gli iscritti non so. (…)

Come dire, il primo amore non si scorda mai.

Nonostante continui ad essere boicottato dall’informazione fattasi casta, Ignazio Marino insiste:

“Questi dirigenti saranno spazzati via dalla storia perché il mondo è cambiato, non è più quello del secolo passato. E credo quindi che sarebbe molto più utile che tutti se ne facessero una ragione e cercassero di favorire il nuovo”

Come nella favola di Andersen, Ignazio Marino punta il dito e ad alta voce dice la verità che tutti sanno: l’imperatore è nudo! E’ per questo che la casta – mezzi d’informazione inclusi – lo teme.

Intanto la “libera stampa” italiana continua (ancora!) a parlarsi addosso. Ne scrivevamo appena ieri di questa insopportabile autoreferenzialità dell’informazione italiana. Oggi il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, risponde a Eugenio Scalfari e Marco Travaglio che ieri lo avevano criticato duramente. OK che il mezzo è il messaggio, ma qui si esagera!

Leggi anche:

Primarie PD: schizzofrenia mediatica e trasformismo preventivo contro Marino

Ignazio Marino segretario del Partito Democratico

Scalfari e de Bortoli vanno alla guerra


Primarie PD: schizzofrenia mediatica e trasformismo preventivo contro Marino

12 ottobre 2009

primarie

Continua l’ostracismo dei mezzi d’informazione contro il terzo candidato alla segreteria del Partito Democratico; per la stampa e la televisione, salvo rarissime eccezioni, Ignazio Marino è da ignorare o da relegare al tema della laicità. Sembra inficiato da schizzofrenia il commento di Sergio Romano sul Corriere della Sera:

“I bisticci al vertice fra i tre candidati possono sembrare, a prima vista, un ulteriore sintomo di confusione e malessere. Ma il duello tra Bersani e Franceschini ha il merito di essere uno scontro alla luce del sole, molto più interessante e sostanzialmente democratico delle due grandi elezioni primarie della sinistra negli scorsi anni.”

Per Romano, il sole evidentemente non è abbastanza brillante da illuminare anche il terzo contendente. Anche Eugenio Scalfari, qualche settimana fa’, si era dimenticato di citare Ignazio Marino in uno dei suoi chilometrici editoriali su Repubblica. Come i ladri di Pisa, anche la maggior parte dei commentatori della “libera stampa” litiga su tutto meno sull’essenziale.

Si dirà che la vera sfida è tra Bersani e Franceschini e quindi è inutile perdere tempo con Marino, che non ha alcuna chance di vincere. Ma qual è il ruolo della libera stampa, informare e rispettare i fatti o sostituirsi al popolo sovrano? In Italia, la risposta sembra ovvia.

***

Abbiamo notato in queste settimane troppo disfattismo tra alcuni di coloro che – almeno a parole – sostengono la mozione Marino. Convinti che Bersani sia già il nuovo segretario del PD, costoro si sono arresi prima di combattere, forse anche per non bruciarsi i ponti con i compagni di partito che sostengono il presunto vincitore. Una sorta di trasformismo preventivo. Non molto corretto nei confronti dei tanti attivisti che si stanno spendendo per far conoscere la straordinaria portata innovativa della mozione Marino; quasi un tradimento verso i milioni di cittadini italiani che vedono nella mozione Marino l’unica speranza non solo per il PD ma per la Repubblica. Le regole in democrazia sono sostanza, non forma; e in quelle regole bisogna crederci.