Gli apprendisti stregoni e le loro fondazioni

17 ottobre 2009
la classe dirigente italiana alle prese con i problemi del paese

la classe dirigente italiana alle prese con i problemi del paese

Rientra tra i compiti della scuola pubblica l’indottrinamento religioso dei giovani cittadini italiani? Gli apprendisti stregoni nostrani sembrano non avere dubbi:

Introdurre nelle scuole pubbliche e private, un’ora di religione islamica facoltiva e alternativa a quella cattolica. Il viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, finiano doc, getta un sasso nei Dialoghi Asolani, il workshop delle fondazioni Farefuturo e Italianieuropei. E provoca una bufera. La Lega grida allo scandalo, i vescovi bocciano e anche parte del Pdl innalza un muro contro l’idea. Ma D’Alema stupisce e accetta: “E’ un’idea giusta”

Uno stato laico, aconfessionale e che tutela la libertà di espressione (e quindi anche la liberta’ di religione) lascerebbe l’insegnamento confessionale alle famiglie e alle comunita’ religiose presenti nel paese ma non farebbe entrare quelle religioni nella scuola pubblica, almeno non nella forma dell’indottrinamento. Discorso diverso, ovviamente, per lo studio scientifico delle religioni; la storia delle religioni, l’antropologia religiosa sono campi importantissimi del sapere ma nulla hanno a che fare con l’indottrinamento delle giovani menti al dogma.

Digiuni di liberal-democrazia, i nostri apprendisti stregoni ne tirano fuori sempre una nuova dal cilindro magico dell’imbecillità. E invece di lavorare per fare dell’Italia uno stato laico, ora fanno a gara con le loro fondazioni per chi la spara piu’ grossa. Massimo D’Alema sale in cattedra:

“E’ giusto perché l’insegnamento della religione è un diritto da parte dei ragazzi. In un mondo ideale – ha specificato D’Alema – sarebbe opportuna un’ora di insegnamento di tutte le religioni insieme”.

Quanta confusione sotto il cielo! Siamo passati dall’ “oppio dei popoli” alla religione come diritto, senza nessuna distinzione tra indottrinamento al dogma e metodo scientifico. Non solo ci si sbarazza della laicità – che tanto non l’hanno mai capita – ma si aiuta in questo modo la demagogia della destra razzista e xenofoba e si ostacola quell’integrazione di cui tutti parlano a sproposito. Un capolavoro!

P.S. Naturalmente la stampa colta ha gia’ cominciato a informare l’opinione pubblica sulle posizioni degli esperti: il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e il cardinal Ersilio Tonini che, con opinioni differenti, dicono la loro ai cittadini della Repubblica Confessionale delle Banane.

Aggiornamento 21 ottobre 2009: Segnaliamo un interessante articolo su questo argomento sul blog MilleOrienti


Stregoni finti e stregoni veri? Chiedete al Corriere della Sera

17 ottobre 2009

Un’altra chicca deliziosa dal giornalismo italiano, quello colto. Dopo la bufala di qualche giorno fa’ del vice direttore del Corriere della Sera, Daniele Manca [Internet “nasce da un’intuizione di Al Gore”] oggi un titolo fantastico sempre sul quotidiano milanese:

Corriere della Sera, 17 ottobre 2009

Corriere della Sera, 17 ottobre 2009

Che differenza c’e’ tra uno stregone “finto” e uno vero? Chiedetelo al Corriere della Sera.


Smile! Lettera aperta ad Alessandro Gilioli

17 ottobre 2009
Ignazio Marino? Si, grazie!

Ignazio Marino? Si, grazie!

L’ottimo Alessandro Gilioli commenta sul suo blog su L’Espresso, Piovono Rane, il dibattito che si è tenuto ieri tra i tre candidati alla segreteria del PD. Qui di seguito una breve risposta:

Caro Alessandro,

come qualcuno disse prima di me, nella vita c’e’ bisogno del pessimismo della ragione ma anche dell’ottimismo della volonta’; quando tu scrivi:

“Marino è chiaramente il leader politico di un altro Paese, assai più moderno del nostro: un Paese dove si parla di Web e di banda larga, di merito e di coerenza, di principi e non di convenienza. Non credo che l’Italia sia pronta per lui, e non è che lo dico con il sorriso sulle labbra.”

io davvero non riesco a seguirti. Se continuiamo cosi’, l’Italia non sara’ mai pronta e scivolera’ sempre piu’ in quella Repubblica delle Banane che per moltissimi aspetti gia’ siamo, con il bananiero capo a capo del governo. Certo c’e’ un’Italia che Marino non se lo merita, ma c’e’ anche un’Italia che vede in Marino l’uomo giusto al momento giusto. Io scommetto su quest’altra Italia che ha tutte le capacita’ per aiutare il paese a crescere e diventare piu’ civile.

Non sara’ facile, ma niente e’ facile nella vita quando si vuole cambiare e fare passi avanti sulla strada del progresso.

Abbiamo bisogno di piu’ ottimismo della volonta’ e di credere in noi stessi. Ci sono paesi con problemi ben piu’ grandi dei nostri che hanno dato prova di straordinaria vitalita’ e democrazia, paesi dove i loro cittadini (in condizioni svantaggiate) si sono liberati da dittature, ingiustizie terribili e hanno imboccato la strada della liberta’ e della democrazia. I cittadini di questi paesi (in particolare quell’America Latina che oggi non e’ piu’ l’America Latina delle dittature e dei caudilli dei decenni passati) hanno dato prova di coraggio e serieta’ e non si sono limitati a piangersi addosso. In Italia noi siamo molto piu’ fortunati, dobbiamo solo ricominciare a muoverci, a credere che cambiare e’ possibile e un’Italia civile, moderna e democratica e’ possibile. Quando il sogno e’ di molti, diventa realta’. Torniamo a sognare, non vergognamoci piu’ di avere ideali, principi, di credere nella democrazia, nella liberta’, nella giustizia, nella fratellanza, nella pace.

Io ci credo anche perche’ non credo l’Italia sia quella che ci appare attraverso la lente deformata dei media.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro

Cordialmente,
Gabriele Zamparini