Perché i cowboys del PD hanno paura di Ignazio Marino?

johnwayne

Il circolo PD di Londra si è riunito ieri sera per discutere e votare le tre mozioni congressuali. Questi i risultati: Bersani 14 voti, Marino 14 voti, Franceschini 4 voti. La presentazione delle singole mozioni e il dibattito che ne è seguito sono stati molto interessanti per chi, come chi scrive, era la prima volta che partecipava ad una riunione di partito. Mi sono iscritto al PD quest’estate e solo perché il senatore Ignazio Marino si è candidato alla segreteria; come me, molti altri cittadini italiani che ho incontrato qui a Londra. Dispiace tuttavia che non siano state organizzate altre riunioni di circolo, nelle settimane passate, per discutere delle tre mozioni; forse anche questo ha influito sulla scarsa partecipazione di ieri sera: solo 32 iscritti su circa 90 di cui puo’ contare il circolo di Londra.

Intanto sale il nervosismo all’interno del Partito Democratico. Mentre Francesco Rutelli, uno dei grandi sponsor della mozione Franceschini, si prepara a lasciare il PD, Filippo Penati, coordinatore della mozione Bersani, ci spiega la sua idea di democrazia:

«Franceschini di fatto non è più il segretario perché non ha ottenuto il consenso da parte di due terzi del partito che sta gestendo» ed è dunque necessario predisporre una gestione collegiale del partito fino alle primarie.

Nonostante la goffa retromarcia di Bersani e D’Alema, rimane il problema pesantissimo dell’arroganza di questa classe dirigente e il suo disprezzo per le regole democratiche. Ha ragione il senatore Marino a far notare dal suo blog:

“Se Bersani pensa di essere il segretario del partito perché arrivare fino al 25 ottobre? Se pensa che il segretario sia già stato eletto con il voto dei circoli è grave, soprattutto perché offende il popolo delle primarie”

Sul suo blog, Giuseppe Civati da’ notizia di alcune voci che girano all’interno del partito:

(…) Bersani ha vinto tra gli iscritti e sarebbe sbagliato che alle primarie vincesse qualcun altro, magari qualcuno che ha preso meno del 40% nei Circoli. (…)

Come Civati fa giustamente notare, le regole non si possono cambiare durante il gioco e quelle regole – piacciano o meno – sono state scritte e approvate dal PD, anche da coloro che ora si lamentano.

Il nervosismo all’interno del partito è mal celato da Andrea Orlando – sostenitore della mozione Bersani – che in un’intervista pubblicata su il Politico attacca a testa bassa Marino, ripropone la politica basata sugli equilibri interni alle gerarchie del partito e dimostra sia di non capire il principio costituzionale della laicità sia – ancora piu’ grave, se possibile, per un politico – di essere distante dal paese, stanco questo di una classe dirigente che inseguendo il fantomatico voto “moderato” ha perso milioni di voti in pochissimi anni.

La mozione Marino, nonostante il black-out dell’informazione, sta riscuotendo importanti risultati sia in Italia sia tra gli italiani sparsi per il mondo. C’e’ chi vorrebbe etichettare quella mozione come appiattita sui temi della laicità e dei diritti civili ma povera per costruire un partito moderno e popolare e portarlo al governo del paese. Forse costoro non hanno letto la mozione e ignorano le proposte – chiare, coerenti e argomentate – in tema di ricerca, scienza e universita’, meritocrazia, energia e ambiente, economia e lavoro, legalità e questione morale. O forse hanno paura dell’entusiasmo che la candidatura di Marino ha acceso sia all’interno del PD sia – molto piu’ importante – tra i milioni di cittadini italiani che vorrebbero vivere in un paese moderno e civile, integrato in Europa, in una società aperta capace di invertire la rotta e attirare investimenti e cervelli dagli altri paesi invece di costringere quei cervelli alla fuga.

La libera competizione delle idee, la concorrenza, il mercato, sono ancora concetti estranei alla classe dirigente italiana, abituata da sempre a decidere nelle stanze del potere, lontana dall’interferenza dei cittadini che si vogliono comparse. Il nervosismo sicuramente aumenterà nelle settimane che ci separano dalle primarie del 25 ottobre, quando tutti i cittadini italiani potranno votare per il segretario del Partito Democratico. Quando il popolo bue smette di muggire e seguire i capibranco, i cowboys perdono le staffe; ma anche nel Far West, alla fine, ha vinto la civiltà e John Wayne si è dovuto ritirare nel suo ranch.

3 Responses to Perché i cowboys del PD hanno paura di Ignazio Marino?

  1. […] de l’Unità, Filippo Penati – coordinatore della mozione Bersani – ribadisce la sua idea di democrazia; alla domanda “Da statuto saranno le primarie del 25 ottobre a decidere chi sarà il nuovo […]

  2. zamparini ha detto:

    grazie enrigo – si, ancora ascolto l’opera molto volentieri; ho riletto quel post: “Amiamo l’opera e gli artisti che c’hanno regalato tanta bellezza e passione.” – mi riferivo sia ai compositori (e librettisti) sia agli interpreti

  3. enrigo ha detto:

    Anche io mi sono iscritto al Pd apposta per sostenere Marino. Nella ovvia genericità del suo programma (mai visto un programma dettagliato, d’altra parte non sono proposte di legge, ma appunto programmi) si coglie la volontà precisa di puntare su una modernità di gestione, su una logica di responsabilità e meritocrazia. Certo non basta annunciarlo, per ottenere questa rivoluzione copernicana in Italia occorreranno oculate leggi, occorrerà (occorrerebbe, va, non siamo ottimisti) calpestare scientemente privilegi acquisiti, sindacati, corporazioni, in nome del funzionamento della macchina statale tutta. Cioè pensare che l’utente, il cittadino, deve venire prima del datore di servizi (cioè il lavoratore). Questo atteggiamento è molto lontano dalla logica della sinistra tradizionale italiana, ma credo che sia la vera scommessa futura. Non mi pare di vedere nessuno propugnarla, e così facciamo passare per riformatori i beceroni del governo attuale…
    Purtroppo la mia iscrizione al PD è stata inutile, potrò votare solo alle primarie, perché sono stato all’estero dal 15 agosto, ma leggo che Marino ha avuto un buon riscontro, specialmente nelle città.
    E’ sconsolante leggere i resoconti delle votazioni nei circoli calabresi!
    Scusa per il commento, forse inutile, ma seguo volentieri il tuo blog e mi piace ogni tanto partecipare.
    Ancora non mi hai fatto sapere perché parlavi al passato degli artisti che hanno fatto grande l’opera

    enrigo

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