Giovanardi, il proibizionismo e lo stato di polizia

giovanardi

Carlo Giovanardi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

Il sottosegretario Giovanardi aveva detto che Stefano Cucchi era morto perche’ “anoressico, drogato e sieropositivo”. La famiglia risponde alla commissione del Senato che indaga sull’efficienza in campo sanitario e presieduta dal senatore Ignazio Marino: Stefano Cucchi non era ne’ sieropositivo ne’ anoressico.

Gli sviluppi sulla vicenda Cucchi sono a dir poco inquietanti e mentre aspettiamo che giustizia sia fatta, carita’ cristiana dovrebbe consigliare al cattolico Giovanardi di scusarsi con la famiglia Cucchi e il rispetto verso le istituzioni della Repubblica dovrebbe suggerirgli le dimissioni dal governo.

Giovanardi ha dato il suo nome, insieme all’attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla legge proibizionista sulle droghe, la legge Fini-Giovanardi appunto. Gli osservatori internazionali sono concordi sul fallimento delle politiche proibizioniste in tema di droghe. Invece della psicosi collettiva che sembra bipartisan in queste ore, sarebbe opportuno prendere atto di quella sconfitta e guardare alla realta’ e ai dati oggettivi con il lume della ragione invece che con la superstizione, l’ideologia, il dogma. Dai dibattiti televisivi, si respira aria da caccia alle streghe, da santa inquisizione, da stato di polizia. Le crociate fatte con i test antidroga tra i politici per poi magari estenderli a tutta la popolazione, nelle scuole, negli uffici, stanno trascinando il paese verso la strada sbagliata che porta al precipizio. Il proibizionismo uccide. E cosi’ anche lo stato di polizia.

2 Responses to Giovanardi, il proibizionismo e lo stato di polizia

  1. […] dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi sulla vicenda di Stefano Cucchi sono state additate come il segno […]

  2. […] nelle scuole, nei tribunali e negli altri uffici della Repubblica confessionale delle banane. Uno stato di polizia, ma timorato di […]

Lascia un commento