Oltre l’indecenza: Claudio Magris e il crocifisso

7 novembre 2009
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Claudio Magris

Continua la fiera delle scemenze a proposito della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sui crocifissi nelle scuole. In questi giorni si e’ dovuto assistere all’armamentario completo della cultura nazional-popolare italiota: volgarita’, violenza, stupidita’, ignoranza, arroganza. Se ci si poteva aspettare quell’armamentario dall’opportunista Berlusconi, dal fascista La Russa, dal catto-comunista Bersani o dal clericale Buttiglione, va oltre l’indecenza l’articolo di Claudio Magris sul Corriere della Sera.

Il fine intellettuale, consapevole forse di poggiare le sue argomentazioni su una carrellata di sciocchezze, deve ricorrere all’insulto personale contro un ragazzino di 13 anni. Magris infatti apre e chiude il suo intervento sul Corriere della Sera sbeffeggiando Sami Albertin, il ragazzo la cui madre ha fatto ricorso alla Corte Europea, vincendolo. Ed e’ questa vittoria, sanzionata dall’autorevole istituzione europea che tutela i diritti e le liberta’ fondamentali, a dar fastidio a quanti si riconoscono nell’Italietta, intellettuali inclusi.

Ecco allora il grande intellettuale aprire il suo articolo sul piu’ importante quotidiano del paese con l’insulto contro un ragazzino di 13 anni (*): “[Sami Albertin] dev’essere molto sensibile e delicato come una mimosa”. Non pago delle sue argomentazioni razionali (come dargli torto!) Magris chiude con un altro insulto: “Evidentemente Calamandrei era meno delicatino del giovane Albertin”.

Il dileggio di Magris è tanto piu’ ripugnante perche’, rendendosi conto della bassezza che si appresta a mettere in atto, fa precedere quegli insulti da una finta carita’ cristiana a favore di quel ragazzino che poi si appresta a deridere pubblicamente, sulle pagine del piu’ importante quotidiano del paese. Noblesse oblige!

Non bastano i nomi illustri citati da Magris – Dostoevskij, Tolstoj, Gandhi, Buddha, Calamandrei, Croce… – per nascondere l’ovvio, e cioe’ che il crocifisso nelle scuole italiane (e in tutti gli altri luoghi pubblici, a cominciare dai tribunali) non rappresenta il Cristo e la sua caritas (ma quando mai!) ma il dominio culturale e il potere temporale della Chiesa Cattolica in un paese, l’Italia, a sovranita’ limitata e sorvegliata. Il baratro che separa Cristo e il suo messaggio, la caritas, dalla Chiesa Cattolica è troppo profondo per poter essere ignorato da un grande erudito come Magris e ci si aspetterebbe che, quando si parla di Cristo, almeno si eviti la violenza verbale contro i bambini.

Con quest’articolo di Magris sul Corriere si è toccato il fondo, lo si e’ raschiato e poi si e’ continuato a scavare. Per dirla con Orwell, “Nel nostro paese (…) sono i liberali che temono la libertà e gli intellettuali che vogliono infangare l’intelletto”.

(*) Nota: Sami Albertin ha 19 anni oggi, ma il sarcasmo di Claudio Magris è indirizzato al ragazzo quando egli frequentava la scuola media, come riportato dal Corriere: «In classe, alle medie, c’erano tre crocifis­si. Ovunque ti giravi, ti sentivi osservato».

 

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