I poveracci nelle carceri e la feccia al governo

19 novembre 2009

Se la legge è uguale per tutti, perche’ le carceri italiane sono piene solo di poveracci?

Yassine El Baghdadi, 17 anni, detenuto da oltre tre mesi, in attesa di giudizio per tentato furto. Si e’ impiccato nel bagno del carcere minorile di Firenze. Un uomo di 41 anni viene formalmente scarcerato dalla Corte d’Appello di Bologna ma si dimenticano di comunicare la decisione al detenuto, in carcere per il furto di uno zaino in spiaggia. L’uomo si e’ tolto la vita nel carcere di Palmi (Reggio Calabria).

Storie d’ordinaria amministrazione penitenziaria; in Italia di carcere si muore, in un modo o in un altro. Il ministro della difesa La Russa – povere Forze Armate, rappresentate e comandate da questa teppaglia; e povera Italia – si esibisce nell’ennesimo spettacolo raccapricciante: “Non è che se gli mettiamo il frigobar, otto ore di aria e la musica soffusa non ci sarà neanche un suicidio”. Con questa feccia al potere c’è ancora chi si meraviglia che la Repubblica è nella merda?

Ieri intanto i deputati radicali eletti nelle liste del PD hanno depositato una mozione di indirizzo al Governo sulla drammatica situazione delle carceri:

La mozione – che oltre a quelle dei radicali ha raccolto le firme di Benedetto Della Vedova, Guido Melis, Mario Pepe, Roberto Giachetti, Giulio Calvisi, Lino Duilio, Jean Leonard Touadi – sarà sottoposta alla firma di tutti i deputati, di tutti gli schieramenti politici. “Si tratta – ha spiegato la deputata in Commissione Giustizia Rita Bernardini – di uno strumento di “governo” per invertire la rotta illegale e senza speranza che ogni giorno di più prende la gestione degli istituti-penitenziari, con il carico di sofferenza e di abbandono in cui vive tutta la comunità penitenziaria, detenuti, direttori, agenti, educatori, medici e infermieri, psicologi e assistenti sociali”. Per sostenere gli obiettivi della mozione, Rita Bernardini ha iniziato dalla mezzanotte di ieri uno sciopero della fame, assieme a Francesco Morelli di Ristretti Orizzonti, Irene Testa, presidente dell’associazione-radicale Il detenuto Ignoto, Claudia Sterzi, Segretaria dell’Associazione-Radicale Antiproibizionisti e Alessandro Litta Modignani, della Direzione di Radicali Italiani.

Le carceri italiane (non solo le carceri, ma soprattutto le carceri) sono ai livelli di una Repubblica delle banane, una di quelle repubbliche sudamericane notorie nei decenni passati. C’e’ della involontaria ironia nelle parole del Presidente Napolitano a proposito dell’OK dato dalla Corte suprema brasiliana all’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti:

“e’ una decisione importante – ha detto il presidente della Repubblica – riconoscere lo status di rifugiato politico a Battisti equivaleva a un giudizio assolutamente negativo sul sistema giudiziario e penitenziario italiano”

Chissa’ se il Presidente brasiliano Lula e i suoi consiglieri – a differenza di Napolitano – sono informati sullo stato del “sistema giudiziario e penitenziario italiano”.