Legalizzare le droghe leggere?

Il blog di Beppe Grillo ha intervistato Marco Pannella sul problema devastante del proibizionismo. Un’ottima intervista che tocca anche, purtroppo brevemente, l’indulto e l’amnistia. Apriamo una breve parentesi: a me sembra che davvero ci sia troppo giustizialismo in Italia, anche a sinistra; e non è un caso che l’illegalità diffusa e il giustizialismo vadano a braccetto. Ma davvero c’è chi pensa di risolvere il problema dell’illegalità e della criminalità che in Italia sembrano essere la norma, con le manette e nelle aule dei tribunali? Non vi sembra piú efficace un’approccio razionale, laico oserei dire: cambiare quelle regole che permettono il diffondersi della criminalità e dell’illegalità, specialmente nella politica e nella pubblica amministrazione? Per esempio: introdurre un legame stretto tra il rappresentante e il rappresentato con una legge elettorale maggioritaria uninominale; rendere pubblico l’operato dei nostri rappresentanti con un’anagrafe degli eletti, come propongono i radicali e come accade nelle altre democrazie liberali; togliere dalle mani dei partiti e dei politici l’amministrazione degli ospedali e di tanta parte dell’economia del paese; ridare razionalità e metodo all’amministrazione della giustizia (anch’essa troppo politicizzata e corporativizzata) legalizzando (cioè: regolamentando) le droghe leggere appunto, dove il proibizionismo idiota aggrava il problema, intasa le aule di giustizia e affolla le patrie galere, dove i detenuti vengono privati non solo della libertà ma anche della dignità propria di ogni essere umano.

Per ora i media italiani riportano che Grillo vuole legalizzare la marijuana e, per par condicio suppongo, riportano anche le “idee” di Gasparri – “Grillo, l’unico presunto politico a pagamento, cerca pubblicità per rimpinguare le casse di casa con i biglietti delle sue carnevalate. In Italia non sarà mai resa libera la circolazione di droghe” – che di problemi di salute pubblica e di giustizia sembra essere un esperto. Capisco che in questa Italia clerical-proibizionista dove ci son voluti 20 anni per legalizzare la pillola RU486, parlare di legalizzazione delle droghe leggere (cioè della loro regolamentazione) sembra fantascienza, ma Grillo (e i radicali molto prima di lui) solleva un tema serio, il fallimento delle politiche proibizioniste che aiutano solo il grande traffico criminale di queste sostanze distruggendo le vite di milioni di persone e le economie di interi paesi.

Certo i proibizionisti dogmatici nostrani se ne infischiano degli studi di organizzazioni internazionali sul tema; da bravi populisti e demagoghi, a loro basta cavalcare l’ignoranza e la paura dei cittadini. I media italiani però farebbero bene a informare quei cittadini che il dibattito sulla legalizzazione (leggi: regolamentazione) delle droghe avviene in tutti i paesi del mondo. Qui in Gran Bretagna, l’Economist per esempio (non un giornale di “carnevalate”, lo diciamo a Gasparri) titolava solo qualche mese fa’: Prohibition has failed; legalisation is the least bad solution

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